L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2015 Anno internazionale della Luce e delle tecnologie basate sulla Luce.
Un’iniziativa promossa e sostenuta da organizzazioni scientifiche di tutto il mondo che intende favorire una migliore comprensione del valore e della rilevanza scientifica, sociale e culturale del ruolo della luce. L’iniziativa avrà al centro il tema della scienza della luce e delle sue applicazioni e costituirà una opportunità straordinaria per accrescere la consapevolezza globale di come le tecnologie basate sulla luce possano offrire un contributo fondamentale alla promozione di uno sviluppo sostenibile e di un benessere globale. Le numerose attività previste cercheranno di mettere in evidenza il valore scientifico e culturale della luce e coinvolgeranno uomini e donne di tutti i Paesi e di tutte le età.
Saranno, inoltre, celebrati importanti anniversari tematici come:
- i primi studi di ottica da parte dello studioso islamico Ibn Al-Haytham nel 1015
- la formulazione, nel 1905 di Albert Einstein dell’effetto fotoelettrico
- le nuove scoperte sulla trasmissione di luce con fibra ottica del fisico cinese Charles K. Kaonel nel 1965
La luce è un patrimonio di tutti: l’utilizzo, lo studio e la produzione di questa vitale risorsa, nei secoli, hanno superato i confini geografici, di genere, generazionali e culturali tra le persone e hanno avvicinato tanti giovani alla scienza e all’innovazione. “La luce è fondamentale alla vita sul nostro pianeta attraverso la fotosintesi, ci permette di vedere indietro nel tempo profondo fino alle origini del cosmo nel big bang, ci aiuta a comunicare con gli altri esseri senzienti qui sulla terra, e forse può permetterci di dialogare con quelli che potremmo trovare nello spazio”, ha dichiarato il premio Nobel John Mather.“ Einstein ha studiato a fondo la luce nello sviluppo della teoria della relatività, prendendola come costante delle leggi della natura. Ora sappiamo che anche gli elettroni e i protoni si comportano in modo simile alle onde luminose, in modi che continuano a stupirci. E l’ottica – ha aggiunto Mather – insieme alle tecnologie fotoniche, sviluppate per l’esplorazione spaziale, ci regala importanti ricadute in oggetti e strumenti che popolano la nostra quotidianità”.
L’inaugurazione italiana è avvenuta a Torio ed è stata organizzata dalla Società Italiana di Fisica (SIF), sotto l’egida dell’UNESCO, insieme con il Comune di Torino e l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim), in collaborazione con la Società Europea di Fisica, l’International Centre for Theoretical Physics di Trieste, numerose Società scientifiche italiane, la Regione Piemonte e l’IREN. Ha aperto l’Anno della Luce una lectio magistralis del premio Nobel per la fisica 2001 Wolfagang Ketterle; lo scienziato che per primo, con Eric Allin Cornell e Carl Wieman, nel 1995, realizzò uno stato esotico della materia noto come “condensato di Bose-Einstein”. E’ intervenuto anche Massimo Inguscio, presidente dell’INRiM, il nostro Istituto nazionale di ricerca metrologica, uno tra i pionieri di queste tecniche di raffreddamento. Al LENS, istituto di ottica quantistica con sede a Firenze, ha ottenuto il primo condensato di atomi di potassio-41 applicando una nuova tecnica basata su una “trappola magnetica”. La frontiera del freddo così è stata portata a 3 miliardesimi di kelvin, ciò che ha permesso di creare solitoni, cioè onde che si propagano senza dissipare energia. L’INRiM è fortemente coinvolto nell’Anno della Luce perché, oltre, ovviamente alla candela per misurare l’intensità luminosa, due fondamentali unità di misura del Sistema Internazionale, quelle di spazio e di tempo, oggi sono agganciate alla luce: il metro (definito dalla velocità della luce) e il secondo (definito tramite la frequenza di transizione degli elettroni esterni dell’atomo di cesio 133).
Prenderanno nel corso dell’anno il via una serie di iniziative per far conoscere nel nostro paese l’importanza della scienza e della tecnologia della luce, con particolare attenzione alle scuole. Tanto per fare degli esempi è grazie alla luce delle stelle più lontane che si cerca di capire com’era l’universo ai primordi. Ed è sempre lei a consentire la lettura di questo ed altri articoli in quanto garantisce il trasferimento di informazioni in modo velocissimo: come noto internet e le telefonate viaggiano con la luce. Ricordiamo che, oltre alla luce “leggera” portata dai fotoni privi di massa dell’interazione elettromagnetica, grazie a Carlo Rubbia, scopritore nel 1983 dei bosoni W e Z, premiato con il Nobel 1984, oggi conosciamo anche la “luce pesante”. I suoi bosoni hanno dimostrato che due forze fondamentali della natura, l’interazione elettromagnetica e l’interazione debole, hanno una radice comune e che nei primi istanti dell’universo coincidevano. Certamente l’IYL 2015 è un’iniziativa globale che va ben al di là dell’ambito astronomico: tra gli obiettivi dei promotori di questa manifestazione mondiale c’è l’intenzione di accrescere la conoscenza e la consapevolezza del pubblico sul modo in cui le tecnologie basate sulla luce promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali ad esempio nei campi dell’energia, dell’istruzione, delle comunicazioni, della salute e dell’agricoltura.