Fabio Pollastri, direttore generale Frinsa Italia, Filiale italiana di Frinsa de Noroeste, società spagnola certificata ISO 9001 e specializzata nel settore degli alimenti ittici, in un’intervista declina gli obiettivi e le strategie dell’azienda nel mercato italiano.
“L’apertura della filiale italiana risponde a una logica più ampia di internazionalizzazione diretta da parte di Frinsa.
L’azienda ha già aperto diverse filiali in Europa nei paesi principali quali Francia, Germania e Inghilterra. Mancava l’Italia, dove in realtà Frinsa era presente indirettamente già da una quindicina d’anni con un contratto di collaborazione sottoscritto con Generale Conserve che acquistava merce da noi e si preoccupava poi di distribuirla.”
“Noi come gruppo siamo focalizzati essenzialmente nella produzione a marchio terzi. Collaboriamo in Europa con i principali operatori e anche in Italia abbiamo iniziato a relazionarci direttamente con alcuni dei retailer con i quali prima lavoravamo indirettamente”.
“Gli aspetti che abbiamo considerato sono stati due. Certamente il business era ormai tale da meritare una gestione diretta.
A questo si aggiunge che il mercato italiano in Europa si differenzia molto dagli altri paesi, soprattutto per quanto riguarda le private label. La marca del distributore italiano, infatti, è di qualità particolarmente alta rispetto alla media europea per cui ci interessa molto.
Siamo coscienti che il mercato italiano è fortemente presidiato da operatori importanti che hanno storia e buoni livelli di qualità. Noi tuttavia siamo leader in Europa e riteniamo di poter controbilanciare questo svantaggio attraverso la nostra qualità e la nostra esperienza”.
“La nostra politica si basa più su una strategia incentrata sul mix di prezzo e qualità, e sul servizio che è sicuramente importante grazie alla distribuzione diretta e un magazzino collocato in Italia. Il prezzo è una condizione imprescindibile, è una commodity per cui se non sei competitivo sei fuori. Diciamo che a parità di competitività entrano in campo altre variabili: il mix qualità-prezzo e il servizio. Noi come mix siamo sicuramente molto competitivi, poiché siamo in grado di produrre dalla lattina da 80 grammi fino alla busta da 7 kg con in mezzo tutte le variabili possibili”.
“Il nostro core businness rimane incentrato sulla produzione in conto terzi, anche se abbiamo anche tre linee di prodotti a marchio nostro, costituite da prodotti di qualità standard.
Abbiamo appena lanciato una linea di alta gamma che si chiama Frinsa la conservera. Ha la caratteristica di essere 100% certificata MSC, per cui oltre alla qualità imprescindibile per questo tipo di prodotto noi aggiungiamo anche la componente di sostenibilità, che riteniamo essere importante per il mantenimento generale del mercato”.
“In Italia, abbiamo chiuso il 2016 con oltre 25 milioni di fatturato. Per quest’anno la crescita è prevista certamente a doppia cifra. A oggi, la produzione in conto terzi contribusce quasi al 100% del fatturato. In prospettiva vogliamo ritagliarci una quota maggiore restando però sempre focalizzati sulla private label. Magari anche con un’attenzione verso il canale horeca oltre che alla Gdo.”