Sempre più ospedali e cliniche di tutto il mondo sperimentano l’intelligenza artificiale per fare diagnosi sempre più precise per la cura dei tumori.
Anche l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige mette in campo un nuovo tassello per raggiungere l’eccellenza nella cura e aumentare la sopravvivenza dei malati. Una buona notizia per i 27 mila pazienti altoatesini a cui si aggiungono 3.300 nuovi casi l’anno.
L’Azienda ha deciso infatti di acquistare “Watson”, il supercomputer IBM in grado di facilitare diagnosi, cura e assistenza. È stato calcolato – infatti – che per leggere ed interpretare 10 milioni di singoli casi clinici servirebbero ad un medico 10 mila settimane mentre a “Watson” bastano pochi secondi.
Il sistema, sviluppato da IBM Research in stretta collaborazione con gli oncologi del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, elabora ed analizza un’enorme quantità di dati.
Diversi gli ambiti nei quali Ibm sta investendo – c’è tutta una parte che riguarda la lettura delle radiografie e dei vetrini, piccoli campioni che vengono analizzati da “Watson”, in grado di identificare le aree più critiche, e suggerire al medico dove focalizzare l’attenzione.
Ma nel concreto cosa cambierà? Che a breve in Alto Adige i medici potranno interpellare il sistema specificando sintomi dei pazienti e altri fattori correlati (storia clinica ed ereditaria) ed in base ai dati intraprendere la miglior terapia.
Il sistema confronta – infatti – alla velocità della luce il caso in esame con tutti quelli già presenti nel suo ampio archivio ed aiuta i clinici a formulare la terapia più appropriata.
In Alto Adige – come detto – vivono circa 27.000 persone affette da tumore e ogni anno vengono diagnosticati circa 3.300 nuovi casi. Una notizia incoraggiante quindi per i malati che in futuro potranno beneficiare di un approccio terapeutico sempre più personalizzato e mirato e per i medici che disporranno delle scelte terapeutiche più aggiornate.
“Watson” è la nuova mossa dell’Azienda per completare il progetto aziendale di Certificazione oncologica, avviato nel 2014 dall’allora direttore sanitario Oswald Mayr e portato avanti da Luca Armanaschi – direttore della Ripartizione per l’assistenza ospedaliera – con il pieno sostegno del direttore Asl Thomas Schael, che si pone come obiettivo la creazione di una rete oncologica provinciale in grado di migliorare il tasso di sopravvivenza dei pazienti grazie ai migliori standard di qualità definiti a livello nazionale ed internazionale.
Tra i traguardi raggiunti
- la creazione dei poli di Chirurgia oncologica presso gli ospedali di Merano, Bolzano, Bressanone e Brunico,
- l’identificazione e la nomina di 46 chirurghi altamente specializzati per la cura di patologie oncologiche,
- la creazione dei cosiddetti “Tumorboard”, riunioni settimanali interdisciplinari in videoconferenza tra tutti gli specialisti coinvolti nel percorso di cura dei malati per discutere e decidere collegialmente la migliore strategia terapeutica da proporre ai pazienti,
- e la creazione di un sito informativo per prevenire e conoscere la malattia e per supportare i pazienti affetti da tumore e loro familiari (www.asdaa.it/infotumori).
Inoltre sono più di 30 i reparti e i servizi che hanno ottenuto la certificazione internazionale di qualità ISO 9001.
Infine è stata appena creata una forma dipartimentale tra tutti i sette reparti di chirurgia generale della rete ospedaliera provinciale per rafforzare le sinergie e migliorare la presa in carico dei pazienti.