L’accreditamento può contribuire a migliorare il sistema di qualifica degli operatori economici delle costruzioni.
ACCREDIA si propone come supporto tecnico per la cabina di regia e per tutte le istituzioni che stanno lavorando all’attuazione del nuovo codice degli appalti. ACCREDIA, l’Ente italiano di accreditamento, ha preso parte all’audizione presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione sulle “Linee guida relative al sistema di qualifica dei soggetti esecutori di lavori pubblici, di importo pari o superiore a 150mila euro”, previste dal nuovo Codice Appalti.
La necessità di rivedere il sistema di qualifica degli operatori economici delle costruzioni nasce dall’esigenza di superare le criticità emerse, in particolare in merito agli Organismi di attestazione (SOA) che accertano i requisiti dei soggetti interessati alla partecipazione ai bandi, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte di ANAC.
ACCREDIA può supportare, attraverso le sue competenze tecniche, la PA nell’identificazione di strumenti idonei a migliorare l’attuale sistema di qualificazione. In particolare l’accreditamento, riconosciuto dal Regolamento CE n.765 del 2008 come strumento per garantire la qualità di beni e servizi in conformità alle norme internazionali può contribuire al superamento di tali criticità verificando la competenza, l’indipendenza, e la trasparenza richiesti alle SOA.
Secondo ACCREDIA la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020 per l’accreditamento degli Organismi di ispezione delinea i requisiti di imparzialità, professionalità e indipendenza, alla base dei processi di qualifica degli operatori economici gestiti dalle SOA. Con l’accreditamento, ACCREDIA verificherebbe con cadenza annuale, e per 4 anni rinnovabili, sia il rispetto della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020 sia dei requisiti specifici definiti da ANAC per il rilascio dell’autorizzazione alla SOA. Vantaggi di tale sistema sono quindi il superamento delle criticità emerse, la semplificazione dell’autorizzazione rilasciata alle SOA, l’imparzialità del sistema di qualifica degli operatori economici e la razionalizzazione dei compiti dei diversi soggetti istituzionali coinvolti.
Un altro tema affrontato riguarda la necessità di mantenere l’omogeneità delle certificazioni UNI EN ISO 9001 rilasciate dagli Organismi accreditati nel settore costruzioni.
Con questo obiettivo ACCREDIA verifica gli Organismi di certificazione oltre che in conformità alle norme applicabili, anche in base al Regolamento RT-05, obbligatorio anche per gli Organismi accreditati da Enti esteri e riconosciuti in Italia da ACCREDIA, dove sono meglio specificati i requisiti della certificazione ISO 9001, obbligatoria per accedere al sistema unico di qualificazione degli esecutori di lavori pubblici. Poiché il nuovo Codice Appalti non richiama tale Regolamento, ove non fosse più ritenuto necessario il riconoscimento degli Organismi di certificazione accreditati all’estero, c’è il rischio che sul mercato agiscano operatori economici in possesso di certificazioni disomogenee.
ACCREDIA ha quindi chiesto ad ANAC di inserire il riferimento al Regolamento RT-05 nelle Linee guida sulla qualifica degli esecutori di appalti pubblici. Ad oggi, le banche dati ACCREDIA consentono a tutti di verificare on line le circa 37mila certificazioni UNI EN ISO 9001 nel settore costruzioni rilasciate da 110 Organismi di certificazione attualmente accreditati e riconosciuti da ACCREDIA.
“Nell’audizione all’ANAC, ACCREDIA, in una logica di sussidiarietà pubblico/privato e in qualità di organo tecnico super partes, si è messa a disposizione di ANAC per dare il suo contributo sugli aspetti di specifica competenza che sono in più parti richiamati nel nuovo Codice”, ha affermato Filippo Trifiletti, Direttore generale di ACCREDIA. “Auspichiamo che tale consultazione possa diventare strutturale, al pari di quella offerta da altre Amministrazioni che fanno parte della Cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri”. “Da ultimo, ACCREDIA ha ribadito la propria disponibilità a collaborare con ANAC affinché vengano utilizzati i riferimenti corretti, sia sotto il profilo del linguaggio, sia sotto quello delle norme tecniche. È indispensabile infatti – ha concluso Trifiletti – evitare il rischio di creare incombenze burocratiche inutili e disorientare gli operatori, moltiplicandone le difficoltà anziché contenendole. E questo in un settore fondamentale come quello degli appalti pubblici di costruzioni, che contribuisce ad oltre il 10% del Pil nazionale e a quasi il 20% di quello europeo”.