Da Nord a Sud meno uva ma di ottima qualità
Questo anno 2017 non è certamente un anno facile per l’agricoltura italiana e in particolare per la viticoltura.
Prima, in primavera, le gelate tardive che ad esempio in Toscana hanno costretto alcuni vignaioli a ricorrere ai caratteristici falò nei vigneti. In seguito la siccità prolungata, diffusa e persistente, le temperature elevate e i picchi di caldo torrido: da maggio ad oggi, le temperature sono sempre state superiori ai 30 gradi e ben superiori alle medie stagionali nelle aree alpine e prealpine. Poi sono arrivate anche forti grandinate a inizio stagione e più recenti che hanno colpito diverse aree soprattutto settentrionali.
Questo soltanto per parlare delle condizioni climatiche. Ma non sono mancate le ormai consuete incursioni di animali, soprattutto ma non solo ungulati, spinti dalla siccità a nutrirsi dei grappoli.
Arriva comunque una buona notizia: a causa del caldo e delle scarse piogge, si ritiene che questa annata darà un vino buono se non ottimo. La carenza di acqua infatti e le alte temperature che innalzano nell’uva il tasso zuccherino, hanno creato le condizioni per un’uva ricca saporita e molto dolce, presagio di buon vino.
Sia Coldiretti, sia Confagricoltura assicurano che l’annata si presenta per ora di ottima qualità, anche se la produzione sarà probabilmente ridotta di circa il 15-20% ma non ovunque. In Maremma ad esempio le rese dovrebbero essere più o meno le stesse dello scorso anno ed in Sicilia il calo potrebbe essere soltanto lieve.
La Vendemmia
A causa del gran caldo la maturazione di tutta la frutta e quindi anche delle uve è più rapida e di conseguenza quasi ovunque la vendemmia sarà anticipata.
C’è anche chi ha cominciato a vendemmiare già alla fine del mese di Luglio, ma un gran numero di viticoltori sta iniziando in questi giorni, prima della metà di Agosto. Qualcuno ha raccolto la notte, a causa delle insopportabili temperature e del fortissimo sole. Altri cercano di arrivare almeno alla fine di Agosto e quindi sorvegliano con trepidazione le vigne ma anche il meteo sempre che le temperature e le condizioni climatiche si mantengano stabili e che arrivino le tanto agognate pioggerelline di fine agosto che consentano agli acini destinati a trasformarsi in vino di raggiungere una qualità ancora migliore.
E’ questo il caso di molti viticoltori in Piemonte dove la quantità delle uve, messa a durissima prova dalle forti gelate primaverili, potrebbe ricevere una svolta estremamente positiva da qualche pioggia benevola.
Tutto insomma dipenderà dalla pioggia. Se questo inizio agosto regalerà qualche precipitazione regolare e persistente come una pioggerellina autunnale, allora potrebbe esserci un colpo di scena.
Per Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti: “Sarà una vendemmia di qualità anche se la quantità sarà inferiore rispetto alla media annuale. Nelle vigne dove le precipitazioni di questi giorni sono state abbondanti, assisteremo sicuramente ad una vendemmia eccellente, forse la migliore degli ultimi anni. Il clima che si è creato è decisamente ottimale per l’ultimo ciclo di maturazione delle uve.”
In Veneto, tutti i viticoltori sono concordi: se il meteo non farà le bizze, la vendemmia 2017 potrebbe riservare grandi soddisfazioni grazie alla buona sanità delle uve segnalata al momento in tutto il Veneto. Anche qui avvio anticipato della vendemmia, previsto a cavallo di Ferragosto. In tutta la regione si prevedono cali di produzione anche importanti ma a macchia di leopardo, salvo nelle province di Padova e Rovigo dove l’entrata in produzione di nuovi vigneti dovrebbe invece portare ad un aumento della produzione complessiva di circa il 6%.
In Sicilia la vendemmia è già in corso ma non in forte anticipo rispetto alle date consuete. L’andamento vegetativo delle vigne infatti è in linea di massima regolare. Le scarse precipitazioni primaverili e le alte temperature di queste settimane non stanno causando particolari problemi alle piante che, anche nei territori più aridi (come quello di Favignana, nella Tenuta di Calamoni), sono in perfette condizioni e non hanno subito alcuno stress idrico: uve quindi non soltanto sane ma anche belle, e le cui componenti aromatiche risulteranno particolarmente ricche.
Anche in Calabria è già in corso la vendemmia delle uve bianche ma si attende settembre ed ottobre per la raccolta delle grandi uve rosse autoctone che danno sempre buona prova di tenuta. Anche qui le condizioni climatiche, come sempre, saranno essenziali.
In una stagione climatica così variegata, tuttavia, alcuni terrotori sono in controtendenza come in alcune parti del lecchese dove la maturazione non è stata così rapida come altrove ed è indietro anche di 15 giorni rispetto al resto della provincia anche se l’uva sembra bella.
Pro e contro del clima secco
In Emilia Romagna qualche preoccupazione per la viticoltura di collina messa seriamente a rischio dalla siccità e delle alte temperature accompagnate da una escursione termica praticamente assente. C’è infatti il serio rischio che nel giro di pochi anni le vigne scompaiano per la mancanza bacini e fonti d’acqua da cui effettuare irrigazione di soccorso.
Confagricoltura segnala però anche un lato positivo poco noto di questa siccità, ossia la tendenza ad un minore attacco di fitopatologie e di conseguenza la presenza di acini sani. Il caldo secco ha sterminato i parassiti e soprattutto non ha permesso il diffondersi di malattie fungine che prosperano in condizioni umide e poco soleggiate.
L’estate così calda sta lavorando a favore delle uve ma saranno comunque le prossime settimane a dare l’impronta decisiva a questa attesissima vendemmia e non ci resta che incrociare le dita.
Per il risultato definitivo saranno essenziali le condizioni climatiche delle prossime settimane che potrebbero incidere anche significativamente sulle performance produttive.
Certamente i cambiamenti climatici, ormai strutturali, impongono una importante attenzione e una revisione delle pratiche di irrigazione di soccorso e forse anche delle pratiche di coltivazione.