Magazine Qualità

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Sei aziende su 10 dispongono della Certificazione di Qualità

Roma, 8 nov. (Adnkronos) – Sei aziende su 10 dispongono della certificazione di qualità che per il 90% dei manager contribuisce al miglioramento delle prestazioni e alla razionalizzazione dell’organizzazione interna.

A tracciare il quadro è l’Osservatorio Accredia realizzato con il supporto tecnico-scientifico del Censis e con la collaborazione di Manageritalia.

Con l’obiettivo di valutare l’impatto della certificazione di qualità sulle performance aziendali, le dinamiche dell’offerta e la domanda di certificati Iso 9001, Accredia, che verifica e riconosce 168 organismi di certificazione e ispezione in Italia, ha avviato il proprio Osservatorio, presentato oggi a Roma.

In particolare, il trend degli ultimi dieci anni sull’export dei prodotti più forti del made in Italy (abbigliamento-moda, alimentare, arredamento-mobili, apparecchiature meccaniche, edilizia e vetro) dimostra che investire nell’innalzamento della qualità del prodotto e del processo produttivo risulta decisivo per il recupero di competitività su mercati turbolenti, come quelli attuali. In una fase di crisi prolungata, dunque, più qualità significa più crescita.

Le analisi condotte evidenziano come la certificazione di qualità migliori la redditività e la gestione corrente delle imprese: indici come il Roi ed il Roe, o la rotazione del capitale circolante e la gestione dei crediti si rivelano sistematicamente migliori presso le imprese certificate rispetto ad imprese prive di certificazione.

Ad esempio, nel 2010 l’indice di redditività di tutto il capitale investito (Roi) nelle imprese certificate Iso 9001 è pari al 6,22% mentre per quelle non certificate è dello 0,1%. Le imprese, dunque, vedono la ISO 9001 come un’opportunità, in quanto semplifica e migliora la possibilità di partecipare a bandi e gare d’appalto ed è una scelta strategica per il prestigio che la certificazione conferisce.

Elevate sono però anche le aspettative nei confronti degli Organismi di certificazione che, per il 70% delle aziende analizzate, devono essere in grado di realizzare un’analisi seria della struttura da certificare e fornire consigli per migliorare costantemente il Sistema di Gestione per la Qualità; per più del 40% delle imprese l’Odc deve dimostrare un elevato livello di competenza e specializzazione in specifici settori produttivi.

Non mancano alcuni elementi di debolezza, impliciti in un servizio che si presenta ormai maturo. La grande maggioranza delle aziende ritiene che ottenere un certificato per la qualità sia relativamente semplice e non nasconde una certa disillusione. Il rischio è quello della perdita di valore e di visibilità dell’ISO 9001.

In questo scenario l’Osservatorio Accredia indica quattro strategie che gli Organismi di Certificazione possono attuare: maggiore fidelizzazione dei clienti attraverso la leva della specializzazione per settore produttivo e per filiera; razionalizzazione interna degli Organismi di Certificazione, cross selling ovvero offerta di altre certificazioni (come quella sull’ambiente o sulla sicurezza) oltre a quelle sulla qualità, penetrazione di settori oggi scarsamente presidiati.

Per Federico Grazioli, presidente Accredia, ‘le certificazioni rappresentano un vero e proprio passaporto per le nostre imprese, che vedono riconosciuta la propria qualità a livello internazionale e, soprattutto, sono una leva importante per snellire la burocrazia e semplificare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione’. Un tema, questo, attualmente affrontato nel dibattito sulle misure per far ripartire lo sviluppo e la crescita.

Nonostante il momento difficile, per il presidente Censis, Giuseppe De Rita, “la nostra economia reale, fatta di piccole e medie imprese, ha ancora una capacità di respiro forte, ha una sua riconoscibilità solida all’estero, grazie alla qualità dei propri prodotti.

La cura del dettaglio, la capacità di visione del futuro, l’organizzazione aziendale efficiente sono i mattoni con cui abbiamo costruito questo Paese e sono fattori su cui occorrerebbe ritornare a puntare seriamente”.

Per il presidente di Manageritalia, Guido Carella, “uno dei presupposti per rilanciare l’economia proprio nel segno della qualità è una maggiore diffusione dei modelli manageriali.

Occorre una maggiore comunicazione tra le capacità imprenditoriali e manageriali che di certo hanno una cultura più aperta verso i processi innovativi”.

2015-12-30T08:26:25+01:00Dicembre 8th, 2014|News|
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