Aumento di fatturato (+10%) grazie ai successi del food service per il canale professionale Ho.Re.Ca. (+ 5% valore +11% volume), alle tradizioni gastronomiche (burrata e stracciatella) + 27.5%, e all’aumento dell’export (+22%).
Qualità e innovazione arrivano ora anche nelle Fiere internazionali; per approcciare i mercati esteri Sabelli punta alla Certificazione BRC.
Il fatturato dei primi sei mesi del 2016 supera i 35 milioni di euro, registrando +10% a valore e +13,5% a volume. Dati incoraggianti che fanno ipotizzare una chiusura d’anno positiva, sopra i 69.325.000 del 2015. Le best performance del marchio Sabelli restano le tradizioni gastronomiche come stracciatella e burrata (+25% a valore e +27,5% a volume) e la Linea Premium dedicata al canale professionale Ho.Re.Ca. (+ 5% a valore, +11% a volume), in particolare la mozzarella per pizza. La strategia aziendale in questa prima parte dell’anno ha visto il lancio della nuova linea senza lattosio con la prima mozzarella in Italia da banco gastronomia.
Nel mercato italiano del senza lattosio, in crescita grazie alla maggiore sensibilizzazione verso intolleranze alimentari e all’attenzione alla salute in generale, Sabelli Spa ha introdotto la mozzarella da 200 gr. da banco gastronomia, un reparto vergine sino a questo momento, e la burratina da libero servizio da 125 grammi. Le referenze hanno permesso all’azienda, da sempre all’avanguardia per formati e idee (Sabelli negli anni Ottanta inventò i bocconcini di mozzarella da 15 gr.), di coprire reparti non ancora toccati da altre aziende, compresi i grandi marchi. Prossimamente la linea senza lattosio si arricchirà di nuove referenze.
Iniziare la produzione della linea senza lattosio con una referenza gastronomica non è un caso, la burrata è, insieme alla stracciatella, prodotto must del caseificio: è proprio nelle referenze gastronomiche, semi artigianali e non standardizzate, che Sabelli esprime al meglio l’equilibrio tra innovazione e qualità artigianale dei prodotti, che risultano difficilmente imitabili nel settore lattiero-caseario globale. La burrata, formaggio fresco italiano, introdotta nel 2007 con una speciale ricetta e una macchina brevettata, ha avuto un’impennata di produzione annuale del 35%.
Ascoltare il mercato è fondamentale per un’azienda di famiglia, che rimane tra le prime realtà per fatturato nel mercato della mozzarella, dopo i grandi gruppi. Così accanto alla produzione della linea senza lattosio e dei “formati monoporzione” Fior di Gran Sasso che mantengono la freschezza e incontrano le mutate esigenze di consumo (stracciatella da 140 gr. nel 2014, burratina da 125 gr. nel 2015, Burratina Sabelli “Nonno Archimede” da 100 gr. fatta e spezzata a mano, 2016), la prossima novità sarà la mozzarella di bufala: mozzarella da 250 grammi e bocconcini in confezione da 250 grammi. Una scelta che completa la gamma e soddisfa richieste precise, in particolare all’estero, dove burrata e bufala sono i prodotti più ricercati e dove il caseificio di Ascoli Piceno intende espandersi.
L’internazionalizzazione del caseificio, iniziata con prodotti studiati ad hoc per il gusto europeo e un nuovo packaging, completamente uniformato negli ultimi due anni, rientra in questa strategia che vede ora una sempre più forte presenza aziendale nelle fiere di settore nazionali e internazionali.
Dopo la prima partecipazione a CIBUS nel marzo 2016, Sabelli si prepara a SIAL 2016 nello stand dell’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. L’appuntamento di Parigi dal 16 al 20 ottobre prossimi, è sia un’azione di brand identity all’interno del comparto lattiero-caseario, sia un passaggio fondamentale per l’incontro con buyer, stakeholders e importatori di multinazionali alla ricerca di private label Made in Italy. Obiettivo 2018: creazione di una rete vendita di agenti e venditori che potranno seguire il prodotto Sabelli all’estero.
Proprio per la forte spinta di internazionalizzazione, il caseificio punta alla fine del 2016 ad ottenere la Certificazione di processo internazionale BRC (British Retail Consortium) che è lo standard globale specifico per la qualità e la sicurezza dei prodotti agroalimentari proposti ai consumatori, e che permetterà di accedere a tutti i mercati esteri. La certificazione BRC affiancherà le certificazioni di qualità ISO 9001 e ambiente ISO 14001, che ora permettono di ricostruire ogni fase della lavorazione con un processo controllato lungo la filiera produttiva.
Apprezzati in Italia e all’estero sono la forte connotazione territoriale (“denominazione di origine” della qualità “Gran Sasso”, attenzione alla materia prima in buona parte locale da zone incontaminate e filiera rintracciabile) e l’artigianalità unita ad innovazione e qualità industriale, l’attenzione all’ambiente.
L’attenzione all’ambiente è, infatti, da sempre il cuore delle scelte dell’azienda marchigiana. A fine 2015 sono stati completati gli impianti fotovoltaici e raggiunti i 500 kw di potenza, così oggi il caseificio gode dell’indipendenza energetica in alcuni momenti dell’anno. Il risparmio di acqua potabile annuo va da 80mila a 180mila litri, grazie al concentratore di siero che dal 2005 permette di gestire i reflui della lavorazione del latte, separando l’acqua pulita dal siero, che trasformato in un liquido denso, stabile e trasportabile senza particolari accorgimenti, diventa poi mangime animale. ll risparmio energetico sarà implementato alla fine dell’anno da un cogeneratore per la produzione di energia elettrica e calore. A questi si uniranno le progressive sostituzioni di lampadine ad incandescenza con lampade a led e degli imballaggi in polistirolo, impattanti per l’ambiente, con nuovi contenitori in cartone riciclabile.