Due sessioni formative sul tema
“Parliamo di morte per amare la vita”
11 Ottobre presso Residenza Santa Margherita
Circa 120 persone parteciperanno alle due edizioni del corso che vedrà relatore il Prof Roberto Biancat già dirigente Infermieristico presso il CRO di Aviano (PN) ed esperto di comunicazione.
Il corso, organizzato in collaborazione con Pegaso Lavoro ed il Nursind – sindacato delle professioni infermieristiche – prevede l’assegnazione di 4 crediti ECM per tutte le figure sanitarie.
Per Abstract tratto dal sito Pegaso Lavoro, Clicca Qui
L’atteggiamento di rifiuto della morte da parte della società si riversa anche nell’ambito della professione medica ed infermieristica determinando una situazione paradossale, in quanto sono professioni che obbligano, coloro che le esercitano, ad affrontare continuamente i problemi del malato morente. Nelle situazioni di vita normale, quando si parla di morte e dell’esperienza di morte questa è sempre riferita a quella degli altri e mai alla propria.
Il verbo morire viene coniugato alla terza persona: “è morto, sono morti”.
Si parla di una morte astratta ed anonima, in terza persona. Quella cui si accosta il medico e l’infermiera non può essere mai una morte anonima; è sempre la morte di qualcuno con cui si è in relazione, è la morte del tu, in seconda persona. Con l’arrivo della morte non c’è più il classico rapporto unidirezionale che vede il medico o l’infermiere attivo da un lato e il malato passivo dall’altro, ma un rapporto tra due individui di fronte la morte.
Ognuno dei due “attori” reagisce come individuo influenzando profondamente la relazione tra il sanitario e il malato. D’altro canto i medici e spesso anche gli infermieri sono addestrati ad intervenire attivamente “adesso e subito” utilizzando abilità pratiche e conoscenze, mentre venire a contatto col morente significa impegnarsi in un ascolto attivo, cercando di capire quello che la persona vuole comunicare.
La Residenza Santa Margherita, oltre alla continua ricerca della personalizzazione degli interventi mediante l’attivazione di progetti studiati dall’equipe per rispondere alle specifiche esigenze degli ospiti, ancora una volta si impegna all’umanizzazione del servizio per meglio prendersi cura degli utenti e delle loro famiglie.
La partecipazione così numerosa alla giornata dell’11 ottobre mostra quanto la tematica sia attuale e sentita dai professionisti che si occupano di servizi alla persona.