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Oggi parliamo di Terzo Settore con la dott.ssa Maria Grazia De Angelis

Maria Grazia De Angelis su Magazine Qualità

Oggi parliamo di Terzo Settore con la dott.ssa Maria Grazia De Angelis, fondatrice e Presidente di AISL_O  (aislonline.org), Associazione Italiana di studio del lavoro per lo sviluppo Organizzativo, punto di riferimento per la  nascita  di nuove professioni,  perseguendo l’obiettivo di promuovere  lo sviluppo organizzativo, il miglioramento dei processi gestionali, operativi e di controllo e di tutti gli aspetti che incidono sulle  relazioni tra   le organizzazioni (profit e no profit)  e i loro principali  stakeholders.

D.ssa De Angelis, innanzitutto quali analogie trova tra il Settore Profit e quello No Profit?

Nell’economia moderna o post-industriale dei Paesi occidentali, esistono numerose analogie tra il settore profit e quello no profit. Cosa li accomuna principalmente nell’attuale contesto socio-economico? La necessità di promuovere prodotti o servizi che rispondano alle esigenze esplicite ed implicite del loro target istituzionale ovvero possedere e comunicare i valori della propria organizzazione che è in grado di operare con processi gestionali, con controlli qualitativi innovativi e con valori riconoscibili per trasparenza, etica della responsabilità, meritocrazia ed interculturalità.

D.ssa De Angelis, alcune riviste di Settore rivelano negli ultimi mesi una costante diminuzione del volontariato nell’intero segmento del Terzo settore ( accoglimento dei migranti a parte ). Secondo Lei come si può interpretare il fenomeno ?

E’ vero che sovente anche nel passato ci sono stati periodi di alti e di bassi nel volontariato e che il periodo post Covid, la guerra e le questioni politico/economiche internazionali, hanno minato l’entusiasmo generale di coloro che vogliono darsi da fare, ma da alcuni feed back avuti parlando con persone con esperienze nel volontariato o con  diversi nostri corsisti, i volontari si trovano  sovente in situazioni di disagio perché spesso si sentono “ sfruttati “, oppure si accorgono che dietro le buone intenzioni di facciata, ci sono organizzazioni ( anche molto note ) che operano in modo poco trasparente. Lavorandoci dentro scoprono che sono “ diverse “ da quello che ci si attendeva prima di iniziare il rapporto di collaborazione. Diversi scandali – che le cronache ed i media ormai giornalmente ci fanno trapelare – hanno scoperchiato situazioni di scarsa competenza nella gestione di fondi e di volontari ed è emersa molto diffusa la contro-comunicazione di green & ethic washing prima e dopo gli scandali arrivati alla cronaca nera.

Quindi si sono verificati ( e forse si verificano ) situazioni incresciose che la stampa non sempre evidenzia ?

Certamente. Ci sono state organizzazioni del Terzo Settore – anche multinazionali – che sono entrate in  crisi allorché sono emerse situazioni scabrose e – a volte – anche al limite della legalità se non addirittura oltre. Spesso i volontari iniziano un loro contributo sulla scia di un grande entusiasmo e poi scoprono che all’interno di quelle organizzazioni benefiche in realtà c’è una gestione poco illuminata, non ci sono le coperture assicurative, non ci sono le procedure per prevenire infortuni, non c’è una gestione adeguata delle risorse umane basata su criteri moderni ed etici. Spesso non esistono o non sono implementati correttamente i DVR per la prevenzione dei rischi sul lavoro, non ci sono procedure per la gestione dei dati personali (propri e di terzi ). Questo solo per evidenziare a titolo esemplificativo alcuni aspetti di carattere organizzativo, ma se poi i volontari, ma anche i potenziali beneficiari, si accorgono di vere e proprie frodi, di materiali che “spariscono”, di fondi che non vengono destinati ai progetti operativi per cui sono stati introitati, è ovvio che gli enti no profit non sono più attrattivi, non solo per i volontari ma anche per i donatori.

Ma un volontario – che in genere persegue un suo ideale, magari legato a situazioni vicine ai suoi sentimenti e propensioni – come fa a “ prevenire “ situazioni scomode, soprattutto se di sesso femminile quando sentiamo parlare di atti di violenza?

Noi come AISL_O siamo diventati un Facility Point sia per la certificazione di sostenibilità secondo lo Standard SRG 88088, schema accreditato da Accredia, in grado di certificare i sistemi  di gestione per la sostenibilità, soddisfacendo le esigenze dei tre pilastri  ESGEnviroment, Social e Governance, sia per la certificazione delle imprese del terzo settore secondo lo Standard OLC 2015, unico schema disponibile in Italia ( che ricorda molto da vicino gli standard ISO 9001/ISO 37001 o SA 8000 ) che certifica la trasparenza gestionale di un ente del Terzo settore, dopo precise verifiche ispettive di terza parte.

In entrambi gli Schemi – seppur con le dovute verticalizzazioni – si da ampia enfasi alla trasparenza e al benessere delle persone. Per esempio, tornando alla sua domanda, durante i corsi di vario genere sia di tipo specialistico, psicologico e comportamentale segnaliamo ai possibili volontari di fare indagini preventive molto precise sulle organizzazioni verso le quali indirizzano i loro interessi, così come formiamo chi opera nelle organizzazioni a gestire il personale tenendo conto dei suddetti standard. Se l’organizzazione no profit è  certificata secondo lo schema OLC  2015,  è molto più facile ci siano controlli fatti da ispettori esterni e che in quella organizzazione ci sia  una Governance che pianifichi ed attivi seri  costanti approcci di risk management. Quindi sarà più difficile che al suo interno si possano verificare situazioni incresciose o pericolose. Si è constatato poi negli anni che le organizzazioni del Terzo Settore certificate OLC 2015 hanno regolarmente incrementato gli introiti da donazioni e hanno avuto meno difficoltà a trovare volontari proprio perché gli stakeholder hanno percepito volontà di chiarezza da parte dell’ente sostenuto.

Voi avete in mente di lanciare una ricerca su questo tema ? o comunque provare a ridare speranza a chi vorrebbe fare del volontariato ed è indeciso per i tanti motivi di cui sopra.

Abbiamo intenzione di sviluppare una ricerca partendo da un’area pilota. Siamo convinti che un’indagine che coinvolga sia le imprese Profit che le No Profit possa aiutare a comprendere, come al di là degli slogan,  sia diffusa la cultura della sostenibilità e della trasparenza. Per entrambi i settori potrebbe fornire informazioni utili ad individuare possibili aree di miglioramento delle sinergie tra profit e no profit. Le Imprese per poter essere certificate come imprese sostenibili hanno bisogno anche di dare valore al territorio in cui operano e quindi conoscere e supportare gli enti no profit che offrono servizi utili allo sviluppo sostenibile del territorio.  I volontari dovrebbero essere più motivati ad entrare in organizzazioni certificate OLC 2015 i cui servizi sono apprezzati e finanziati anche dal Settore Profit, perché anche per le aziende è indispensabile sapere che i loro sforzi economici e non sono garantiti da una organizzazione che li tutela con controlli opportuni, soprattutto oggi che è in vigore una riforma e che l’intero settore cambia volto…e anima.

Attraverso la vostra opera formativa che tipo di scenari prevedete per l’occupazione delle persone da voi formate?

IL numero delle organizzazione del Terzo settore che ISTAT  ha repertato recentemente parla di ca. 370.000 soggetti… Non tutti saranno interessabili da vera trasparenza ( molte saranno anche le ex onlus illegali per opportunità ) e da motivazione di eccellenza, anche magari per dimensioni ed attività molto ridotte o che non richiedono sostenimento da parte dei donatori. Ma abbiamo ritenuto che ci sia spazio di lavoro per ca. 70.000 persone tra Manager illuminati e moderni, Fundraiser innovativi, Consulenti, Valutatori Ispettivi interni, Valutatori Ispettivi di terza parte…sia tra i dipendenti che per i consulenti esterni…sia per giovani  alla ricerca delle nuove professioni, sia per persone di esperienza che provengono dalla “ madre” schemi di gestione e compliance su leggi obbligatorie, contribuenti tra l’altro ad aiutare il settore a migliorare la sua reputazione generale.

Dott.ssa De Angelis – Dopo aver ricoperto ruoli dirigenziali in consulenza (KPMG),  in grandi gruppi bancari (Banco di Roma e BNL BNP PARIBAS, D&Bmoda),  nelle aree Risorse Umane, Organizzazione, Pianificazione Strategica, Controllo di Gestione,  Auditing e Compliance,  sistemi di gestione per la sostenibilità, la dott.ssa De Angelis oggi è Associate Partner di Temporary Management & Capital Advisors. Ha assunto ruoli nei consigli direttivi e nei comitati scientifici di vari enti no profit ed ha contribuito alla diffusione di valori come etica della responsabilità, trasparenza, meritocrazia e interculturalità, partecipando come relatrice a programmi formativi e convegni e scrivendo  libri ed  articoli.

Comunicazione a cura della Redazione con il contributo di Aachen

2023-06-26T11:22:10+01:00Maggio 31st, 2023|Terzo Settore|
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