Una volta approvata la proposta di modifica del nuovo Codice degli Appalti attualmente al vaglio del Parlamento, il provvedimento promuoverà l’applicazione della norma anticorruzione ISO 37001 nel mondo delle stazioni appaltanti.
Tra le novità del nuovo Codice degli Appalti spicca la creazione dell’elenco delle stazioni appaltanti qualificate.
Questa disciplina si applica a tutte le amministrazioni aggiudicatrici: le amministrazioni dello Stato; gli enti pubblici territoriali; gli altri enti pubblici non economici; gli organismi di diritto pubblico; le associazioni, unioni, consorzi, comunque denominati, costituiti da detti soggetti. La disciplina si applica anche alle centrali di committenza.
Le stazioni appaltanti così identificate (circa 30.000) dovranno qualificarsi, dimostrando di avere determinanti requisiti qualitativi / organizzativi.
Tra i requisiti premianti – una volta approvata la proposta del 6 marzo – sarà introdotto il possesso della certificazione accreditata ISO 37001 in ambito anticorruzione.
Le stazioni appaltanti non in possesso della qualificazione dovranno, per gli acquisti di beni e servizi superiori ai 40.000 euro e per appalti di lavori superiori a 150.000 euro, ricorrere a una centrale di committenza qualificata o aggregarsi a una o più stazioni appaltanti qualificate.
Questa riforma è funzionale all’applicazione di un sistema che valuti le capacità amministrative e gestionali delle stazioni appaltanti e le classifichi per classi di importo o per tipologia di contratti, così da consentire che ogni amministrazione indichi gare e gestisca contratti in relazione alle proprie capacità strutturali, in modo rispettoso della normativa e soprattutto in modo efficiente, efficace e trasparente.