L’Unione europea si è data, per il 2030, un ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni interne di gas ad effetto serra, che prevede un decremento delle stesse di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990.
Per raggiungere tale traguardo, tutti i settori dell’economia sono chiamati a dare il proprio contributo. Ad oggi, il trasporto marittimo internazionale rimane l’unico ramo del settore trasporti non incluso nell’impegno dell’Unione europea di ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
Secondo i dati forniti dall’IMO, il consumo di energia e le emissioni di CO2 specifici delle navi potrebbero essere ridotti fino al 75% mediante l’applicazione di misure operative e l’utilizzo delle tecnologie esistenti; una parte significativa di tali misure può essere considerata economicamente efficiente e capace di offrire al settore benefici netti, dal momento che la riduzione dei costi del carburante può compensare gli eventuali costi operativi o di investimento.
Al fine di ridurre le emissioni di CO2 generate dal trasporto marittimo a livello della UE, tramite il Regolamento UE 2015/757 è stato scelto di creare un sistema di monitoraggio, comunicazione e verifica delle emissioni di CO2 in base al consumo di carburante delle navi, come primo passo di un approccio graduale per includere le emissioni dei trasporti marittimi nell’impegno dell’Unione europea in termini di riduzione dei gas a effetto serra.
E’ stato stimato che l’introduzione di un tale sistema dovrebbe portare a una riduzione delle emissioni fino al 2% rispetto allo status quo e a una riduzione dei costi netti complessivi fino a 1,2 miliardi di euro entro il 2030.
Il Regolamento UE 2015/757 si applica alle navi di stazza lorda superiore a 5.000 tonnellate per le emissioni di CO2 rilasciate durante le tratte in cui almeno uno dei porti, di partenza o di arrivo, sia sotto la giurisdizione di uno Stato membro (e nelle quali sia stato effettuato l’imbarco o lo sbarco di merci o passeggeri). Sono esclusi dal suo ambito di applicazione: le navi da guerra, i macchinari navali ausiliari, i pescherecci, le imbarcazioni in legno di costruzione rudimentale, le navi senza mezzi di propulsione meccanica o le navi di Stato usate per scopi non commerciali.
Entro il 31 agosto 2017 le società che gestiscono navi rientranti nel campo di applicazione del Regolamento UE 2015/757 sono tenute a trasmettere a un verificatore accreditato un piano di monitoraggio per ciascuna delle loro navi, indicante il metodo scelto per monitorare e comunicare le emissioni di CO2.
A decorrere dal 1° gennaio 2018 le società, in base al piano di monitoraggio valutato conforme da un verificatore accreditato, sono tenute a monitorare su base annua le emissioni di CO2 per ogni nave e per tratta, applicando uno dei metodi tra quelli illustrati in allegato al Regolamento UE 2015/757.
A decorrere dal 2019, entro il 30 aprile di ogni anno, le società devono presentare alla Commissione e alle autorità degli Stati di bandiera, una relazione sulle emissioni annuali di CO2 per ogni nave sotto la loro responsabilità; tale relazione, in precedenza, deve essere stata riconosciuta conforme da un verificatore accreditato, che rilascerà una dichiarazione di conformità per la nave in questione. Le navi in arrivo o in partenza da un porto sotto la giurisdizione di uno Stato membro dovranno tenere a bordo un documento di conformità valido.
Bureau Veritas Italia, organismo leader nel nostro Paese in relazione alla verifica e convalida dei bilanci emissivi degli impianti stazionari e degli operatori aerei che già da anni rientrano nel campo di applicazione della normativa comunitaria volta a contrastare i cambiamenti climatici (EU ETS: European Union Emission Trading Scheme), offre la propria competenza specifica e il proprio network di tecnici qualificati per supportare le compagnie navali in questo nuovo e complesso obbligo normativo.