A livello europeo l’importanza strategica dell’adozione della metodologia LCA come strumento di base e scientificamente adatto all’identificazione di aspetti ambientali significativi è espressa chiaramente all’interno del Libro Verde COM 2001/68/CE e della COM 2003/302/CE sulla Politica Integrata dei Prodotti, ed è suggerita, almeno in maniera indiretta, anche all’interno dei Regolamenti Europei: EMAS (Reg. 1221/2009) ed Ecolabel (Reg. 61/2010). Non ultimo, in Italia se ne fa accenno anche nel Codice degli appalti e delle concessioni D. Lgs. 50/2016 con indicazioni riguardanti DAP/EDP.
L’LCA quindi rappresenta un supporto fondamentale allo sviluppo della strategia ambientale delle aziende:
- nella definizione dei criteri ambientali di riferimento per un dato gruppo di prodotti (etichette ecologiche di tipo I: Ecolabel)
- come principale strumento atto ad ottenere una Dichiarazione Ambientale di Prodotto – DAP (etichetta ecologica di tipo III)
Potenzialmente quindi le sue applicazioni sono innumerevoli:
- Sviluppo e Miglioramento di prodotti/processi
- Marketing Ambientale
- Pianificazione strategica
- Attuazione di una Politica Pubblica
Ma in pratica di cosa si tratta?
L’analisi del ciclo di vita del prodotto, traduzione italiana di Life Cycle Assessment – LCA, è un metodo nato per aiutare a quantificare, interpretare e valutare gli impatti ambientali ed i carichi energetici ed ambientali di uno specifico prodotto o servizio, durante l’intero arco della sua vita.
La valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo:
- l’estrazione ed il trattamento delle materie prime
- la fabbricazione
- il trasporto
- la distribuzione
- l’uso, il riuso, il riciclo
- lo smaltimento finale
Nel mondo delle certificazioni, le norme ISO della serie 14040 regolamentano tale metodo, ognuna legata ad una fase del metodo; in particolare:
- Definizione degli obiettivi e del campo di applicazione: è la fase preliminare in cui sono definiti gli obiettivi e il campo di applicazione dello studio, l’unità funzionale, i confini del sistema studiato, il fabbisogno di dati, le assunzioni e i limiti, chi esegue e a chi è indirizzato lo studio, quale funzioni o prodotti si studiano, i requisiti di qualità dei dati – ISO 14041
- Analisi d’inventario (LCI): consiste nella raccolta di dati e nelle procedure di calcolo volte a quantificare i flussi in entrata e in uscita rilevanti di un sistema di prodotto, in accordo all’obiettivo e al campo di applicazione – ISO 14041
- Valutazione degli impatti (LCIA): La valutazione dell’impatto del ciclo di vita ha lo scopo di valutare la portata dei potenziali impatti ambientali utilizzando i risultati dell’analisi di inventario del ciclo di vita – ISO 14042
- Interpretazione: è un procedimento sistematico volto all’identificazione, qualifica, verifica e valutazione dei risultati delle fasi di inventario e di valutazione degli impatti, al fine di presentarli in forma tale da soddisfare i requisiti dell’applicazione descritti nell’obiettivo e nel campo di applicazione, nonché di trarre conclusioni e raccomandazioni – ISO 14043
A completare il quadro, ci sono altre due norme di riferimento, la ISO 14040 Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Principi e quadro di riferimento, e la ISO 14044 Gestione ambientale – Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guida.
Infine, per giungere alla Dichiarazione Ambientale di Prodotto occorre:
- realizzare un bilancio ambientale del prodotto applicando lo strumento LCA
- strutturare un sistema gestionale per il controllo delle prestazioni ambientali
- redigere la Dichiarazione Ambientale di Prodotto, ossia un documento che consenta di comunicare le prestazioni ambientali di un sistema di prodotto alle parti interessate
- la valutazione da parte di un ente terzo accreditato
E’ di fondamentale importanza per la buona riuscita di uno studio di LCA è la disponibilità di dati attendibili; per questo in campo internazionale ed europeo si sta cercando di favorire l’accessibilità, la disponibilità e lo scambio gratuito e libero di dati LCA attraverso lo sviluppo di Banche Dati pubbliche, protette, compatibili, trasparenti ed accreditate.
Perché un’azienda dovrebbe approcciare quindi tale metodo ed eventualmente certificarlo?
- approfondire la valutazione ambientale del sistema di prodotto nel contesto di un’analisi ambientale per il Sistema di Gestione Ambientale – EMAS o ISO 14001
- migliorare le relazione con le istituzioni
- valutare e confrontare gli effetti legati a diverse politiche ambientali e di gestione delle risorse
La norme può essere applicata ad organizzazioni di ogni settore e dimensione, che producano un prodotto finito o semilavorato o materia prima, oppure che eroghino servizi
In particolare questa metodologia risulta essere alquanto utile alle imprese ed organizzazioni che si pongono uno o più dei seguenti obiettivi:
- Evidenziare e localizzare le opportunità di riduzione degli impatti ambientali collegati alla vita dei prodotti
- Supportare decisioni interne in merito a interventi su processi, prodotti e attività di investimento o di cambiamento tecnologico
- Informare il pubblico in merito all’impatto ambientale legato al ciclo di vita dei prodotti mediante successiva convalida della Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD)
- Qualificare dal punto di vista delle prestazioni ambientali il proprio prodotto
- Identificare linee strategiche per lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi
- Paragonare tra loro prodotti con la medesima funzione
- Approfondire la valutazione ambientale del sistema di prodotto nel contesto di un’analisi ambientale per il Sistema di Gestione Ambientale – EMAS o ISO 14001
- La riduzione dei costi di gestione e produzione
- L’attuazione di politiche d’acquisto ecosostenibili e l’impiego di tecnologie e materiali ecocompatibili
- La definizione di strategie aziendali anche in termini di progettazione di prodotti e/o processi alternativi
- Migliorare le relazioni con le istituzioni
- Miglioramento dell’immagine aziendale
- Valutare e confrontare gli effetti legati a diverse politiche ambientali e di gestione delle risorse
- L’ottenimento del marchio di qualità ecologica per il sistema prodotto cui l’analisi si riferisce
- Crescere di competitività e credibilità/visibilità sul mercato di riferimento
- Vantare una certificazione di validità mondiale, come elemento distintivo del proprio prodotto
Cosa fare per adeguarsi?
Bisognerà innanzitutto confrontarsi con le norme per l’applicazione del metodo, ed avviare l’iter indicato in ognuna delle sue fasi. Per essere certificabile (o, per meglio dire, convalidabile), le prestazioni ambientali del prodotto, descritte nella Dichiarazione Ambientale di Prodotto, devono rispettare le soglie minime stabilite dai requisiti specifici di prodotto, i PSR – Product Specific Requirements.
I requisiti specifici di prodotto (PSR) sono già definiti per categorie di prodotto dallo schema di certificazione EPD, e costituiscono il riferimento di ogni Dichiarazione Ambientale di Prodotto convalidabile. Nei casi in cui non vi sia un PSR specifico, l’organizzazione interessata alla convalida deve proporre il PSR per quella categoria di prodotto entro un anno dalla certificazione stessa (in questo caso si tratterebbe pertanto di una pre-certificazione).
Intraprendere uno studio dettagliato di LCA può risultare a volte costoso (in termini economici e di tempo) e complesso da eseguirsi (si deve acquisire una notevole quantità di dati ambientali durante ogni fase del ciclo di vita, e si devono conoscere in modo approfondito sia gli aspetti metodologici standardizzati della metodologia che gli strumenti di supporto quali software e banche dati),
Il consiglio principale (e sempre valido) è affidarsi a professionisti preparati nello specifico delle norme afferenti ad LCA, ed avere una Direzione aziendale che mette a disposizione risorse per raggiungere il risultato.
Fonte:
Sistemi & Consulenze Servizi Qualità Aziendale