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Ipab di Chioggia si certifica sia ISO 9001, sia UNI 10881

Dopo quasi tre anni e un imponente lavoro di squadra che ha coinvolto tutti gli ambiti, dagli uffici amministrativi al personale sanitario centro servizi anziani “Felice Casson” di Chioggia si certifica sia ISO 9001, sia UNI 10881.

Queste certificazioni attestano che la struttura ha un alto livello di efficienza, di assistenza, e di cura che garantisce agli ospiti, ai parenti e a chi vi lavora una qualità ora anche certificata. La certificazione rappresenta inoltre un cambio di scenario rispetto a tutte le vicissitudini che la struttura ha attraversato nella precedente gestione, culminata con controversie legali e il commissariamento dell’ente.

In questi tre anni l’impegno del CDA è stato, infatti, anche quello di far dimenticare i pasticci del passato.

«Il nostro primo obiettivo», spiega il presidente dell’Ipab, Damiano Boscolo Chio, «quando ci siamo insediati a febbraio 2013 era di dare un netto segno di discontinuità riportando serenità e legalità dentro l’ente. Abbiamo riportato l’ordine nel personale e ripristinato il rapporto con il comitato dei familiari. La compattezza del CDA ha permesso di lavorare subito bene su questi frangenti e di darsi altri obiettivi ambiziosi tra cui la certificazione».

Ne è seguito un lavoro di quasi tre anni che ha impegnato tutto il personale, di qualsiasi livello, prima nello studio per gruppi del manuale delle qualità, poi nel successivo anno nella sperimentazione dello sviluppo dei contenuti e infine nelle verifiche.

L’organismo di certificazione ha attestato la piena rispondenza della struttura ai requisiti richiesti dalla norma.

«Non lo consideriamo un punto di arrivo», specifica il direttore Daniele Roccon, «ma un punto di partenza che ci sprona a lavorare per mantenere questo riconoscimento e magari puntare all’eccellenza.

Il risultato è merito di un grande lavoro di squadra. Per quasi 900 giorni sono state annotate nelle apposite schede tutte le azioni dei pazienti (170 tutti non autosufficienti). Abbiamo ridotto del 40% il tasso di ricovero e con il progetto sullo scompenso cardiaco, che permette di eseguire da noi gli esami necessari, abbiamo ridotto dell’80% il ricorso all’ospedale».

2015-12-10T15:56:07+01:00Dicembre 10th, 2015|News|
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