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IoT ed elettrodomestici: miraggio o realtà?

La tecnologia è da sempre un elemento abilitante lo sviluppo di un business ma attribuire alle tecnologie digitali di oggi il compito di far crescere un comparto come quello dell’elettrodomestico è forse un po’ prematuro. Molti sono ancora i passi da compiere, a partire dalla comprensione di queste tecnologie e del loro potenziale.

di Paolo Barbatelli, Chief Innovation Officer di Gruppo ROLD S.p.A.

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La digitalizzazione pervasiva che si innesta nei processi di business aziendali, indipendentemente dalla tipologia e dalla dimensione di azienda, è di per sé un fattore competitivo di crescita e sviluppo. Internet of things e smart home sono espressioni sempre più diffuse nel settore degli elettrodomestici ma probabilmente più per un fatto di moda/design che per una questione funzionale.

Un oblò digitale, touch e interattivo è sicuramente di tendenza. Pensiamo invece ad un sistema di gestione intelligente dell’elettrodomestico che mi consenta di prevenire malfunzionamenti grazie ad una manutenzione preventiva gestita in funzione del reale utilizzo dell’elettrodomestico!

E’ da questa prospettiva, a mio avviso, che le tecnologie digitali possono produrre valore di business, quindi crescita e competitività. Certo si tratta di un cambiamento complesso, non si tratta semplicemente di introdurre della tecnologia in un dispositivo o di rivedere i processi produttivi, si tratta di cambiare approccio nel modello stesso di business e di proposta al mercato e questo richiede molto tempo.

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Che si tratti di trend in atto e dirompenti non v’è dubbio; la strada è tracciata ma il percorso ancora lungo e in salita. Le moderne tecnologie consentono, per esempio, di controllare e monitorare il consumo energetico delle apparecchiature elettriche ed elettroniche attraverso sistemi che richiedono però investimenti non banali (domotica, sistemi wi-fi, nuovi protocolli di comunicazione, ecc.) sia in termini di interventi infrastrutturali (cablaggio, installazione di antenne e sensori, ecc.), sia in termini economici (spesso si trascura il fatto che anche gli apparati ‘domotici’ consumano energia) e spesso non sono sicuri (gli oggetti ‘connessi’ ad Internet sono a tutti gli effetti attaccabili dagli hacker).

Le questioni da risolvere sono ancora moltissime. Secondo il mio personale punto di vista, uno dei principali motivi per cui il ‘matrimonio’ tra Ict e ‘mondi tradizionali’ (come quello degli elettrodomestici) non sia ancora del tutto completato, viene dalla difficoltà di cambiamento da parte di entrambi. Ho già accennato al fatto che per un’azienda manifatturiera la difficoltà maggiore risiede nel cambio del modello di business; nell’Ict il cambio da fare è nell’approccio. L’Ict tradizionale, soprattutto negli ultimi anni spinto dalla forza della ‘consumerizzazione’, è abituato a rilasciare soluzioni sul mercato in tempi rapidi intervenendo poi in più step successivi per il ‘bug fixing’, ossia rilasciando aggiornamenti e patch in fasi successive, quando il prodotto è già in uso presso gli utenti.

È impensabile adottare questo approccio su un prodotto come quello dell’elettrodomestico: i livelli di affidabilità e disponibilità richiesti sono del tutto differenti. L’Ict è abituato a ragionare sugli ‘utenti’ (che accettano ormai senza alcun problema il bug fixing reiterato), mentre nel mondo dell’elettrodomestico l’utente è un ‘cliente/consumatore’. Sono due concetti molto diversi!

2020-04-21T13:08:02+01:00Febbraio 26th, 2015|Energia|
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