Si è concluso con successo il percorso di certificazione della multiutility da parte della multinazionale leader nel settore Bureau Veritas, a riconferma dell’impegno profuso dal Gruppo negli anni con numerosi progetti e iniziative a favore dell’economia circolare.
Hera ha ottenuto da Bureau Veritas Italia, la multinazionale leader nel settore delle certificazioni, per i propri progetti di economia circolare il certificato rispetto allo standard AFNOR XP X30-901, il primo rilasciato a una multiutility italiana.
La norma francese AFNOR XP X 30-901 costituisce ad oggi il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare. Tale modello, infatti, è un punto di riferimento per tutte le aziende che, volendo adottare soluzioni circolari all’interno dei propri sistemi produttivi, necessitano di una guida certificabile sulla quale basarsi.
La certificazione a fronte dello standard AFNOR favorisce la standardizzazione delle metodologie aziendali per la gestione dei progetti attraverso l’adozione di uno strumento concreto per effettuare una loro analisi critica in relazione alle aree di azioni e alle dimensioni ambientale, sociale ed economica. In particolare, si basa su una matrice che intreccia le 3 dimensioni classiche della sostenibilità (ambiente, economia, società) con le 7 aree d’azione dell’economia circolare (Approvvigionamenti sostenibili, Progettazione ecocompatibile, Simbiosi industriale, Economia dei servizi, Consumi responsabili, Estensione della vita utile di prodotto, Gestione efficiente dei prodotti e materiali).
Hera ha implementato un sistema di gestione dei propri progetti di economia circolare e ha impostato secondo questa matrice i seguenti tre: il progetto “O.V.E.” per trasformare gli oli vegetali esausti raccolti sui territori in biocarburante; il progetto di integrazione dei criteri di circolarità in ambito approvvigionamenti e il progetto di riuso delle acque reflue depurate. Bureau Veritas Italia è stata dunque chiamata ad analizzarli nel dettaglio e ha attestato la rispondenza del sistema di gestione della multiutility per i progetti di economia circolare secondo lo standard AFNOR.
“L’ottenimento di questa certificazione garantisce una maggior trasparenza dei risultati che il Gruppo Hera raggiunge in ambito Circular Economy nei confronti di tutti i propri stakeholder” commenta Marcello Guerrini, Direttore Centrale Servizi Corporate del Gruppo Hera. “Per la nostra azienda, in cui da sempre lo sviluppo sostenibile è al centro delle strategie e trasversale a tutti i business, l’applicazione del sistema di gestione previsto dalla norma AFNOR, certificato da un autorevole organismo terzo come Bureau Veritas, valorizza tutti gli sforzi compiuti negli anni e contribuisce a rispondere in maniera ancora più efficiente all’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 (Consumo e Produzione Responsabili). Rappresenta, così, un ulteriore passaggio importante per il Gruppo Hera, impegnato da anni in iniziative volte a favorire la transizione verso un’economia sempre più circolare.”
Per Andrea Filippi, Certification Service Line Manager di Bureau Veritas Italia: “la transizione dall’attuale sistema economico lineare ad un modello di economia circolare passa da azioni concrete e verificabili. Bureau Veritas Italia è al fianco delle organizzazioni che – come Hera – scelgono modelli innovativi di circolarità confrontandosi con le best practice internazionali. Grazie al sistema di gestione previsto dalla AFNOR XP X 30-901, le aziende beneficiano di una roadmap per definire obiettivi, misurare e comunicare le proprie performance di circolarità.”
Lo standard AFNOR
In attesa di norme ISO in materia, lo standard AFNOR rappresenta, ad oggi, l’unico riferimento internazionale certificabile per l’implementazione di un sistema di gestione aziendale dei progetti per l’economia circolare. La norma specifica i requisiti di un sistema di gestione per l’avvio, la pianificazione, l’implementazione e la misurazione dei progetti volti a migliorare le proprie performance ambientali, economiche e sociali al fine di contribuire allo sviluppo di un’economia circolare ed è stato pensato per aiutare aziende e persone a rendere evidente il proprio impegno e certificabili le proprie pratiche responsabili nel campo dell’economia circolare.
I progetti di economia circolare di Hera analizzati da Bureau Veritas
O.V.E. (acronimo di Olii Vegetali Esausti), tra i progetti fiore all’occhiello del Gruppo Hera in ambito di Circular Economy, l’iniziativa in collaborazione con Eni per trasformare l’olio esausto in biocarburante. Dal 2018 in Emilia-Romagna è attivo un servizio finalizzato alla raccolta stradale degli oli vegetali attraverso l’uso di nuovi contenitori studiati appositamente per raccogliere l’olio alimentare esausto. Nel 2021 sono state raccolte 1.301 tonnellate di olio, in ulteriore miglioramento rispetto agli anni precedenti e il progetto ha coinvolto per la prima volta anche la zona di Pesaro. A seguito dell’accordo sottoscritto con Eni, tutto l’olio vegetale esausto raccolto sui territori, attraverso stazioni ecologiche, contenitori stradali e partnership con altre realtà (McDonald, Camst, Aeroporto Marconi di Bologna, ecc.) viene trasportato alla bio-raffineria di Porto Marghera (Ve) e utilizzato come componente per la produzione di biocarburante, poi destinato ad alimentare 35 mezzi per la raccolta rifiuti nelle province di Modena e Bologna.
Il secondo progetto è relativo ai processi di economia circolare nella catena di fornitura. Nel 2019, infatti, il Gruppo Hera ha attivato un progetto per rivedere i suoi processi di acquisto in coerenza con i principi dell’economia circolare. In una prima fase, seguendo il modello “Resolve” proposto dalla Fondazione Ellen MacArthur, sono state analizzate le tipologie di beni e servizi acquistati e per ognuna è stato definito l’attuale livello di maturità della “circolarità” nella selezione dei fornitori e il potenziale futuro. In una seconda fase è stata definita la Linea Guida per gli approvvigionamenti circolari, recepita nel 2021 nell’Istruzione operativa in materia di sostenibilità negli appalti. Queste raccomandazioni, definite sfruttando i risultati di un gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione Global Compact Italia, prevedono quattro principi cardine: eco-efficienza, dematerializzazione, rinnovabilità e riciclabilità. Considerando sia le gare ad offerta economicamente più vantaggiosa, sia le gare al massimo ribasso, il 9,5% del valore delle gare assegnate nel 2021 è relativo a criteri di circolarità. Nel 2021 è stata estesa a tutti gli acquisti del Gruppo Hera la metodologia di rendicontazione della circolarità.
Il terzo progetto oggetto di analisi da parte di Bureau Veritas è quello relativo al recupero delle acque depurate. Il progetto riguarda il territorio dell’Emilia, con particolare riferimento alle province di Bologna e Modena, e nasce nel 2018 dalla sottoscrizione di uno specifico accordo di programma triennale tra Gruppo Hera e Regione Emilia-Romagna, Arpae, Atersir e Consorzio Bonifica Renana per recuperare le acque reflue scaricate dall’impianto di depurazione di Bologna (IDAR) e alimentare due importanti canali del territorio, garantendone la portata anche nei periodi di secca. Dal 2020 è stato sviluppato anche nel modenese, nei pressi di diversi depuratori della provincia. Nel 2021 l’acqua reflua depurata riutilizzabile è stata pari al 6% del totale; la previsione è di arrivare all’8,5% nel 2025 e al 15% nel 2030. L’obiettivo è di incrementare la quota parte di acqua reflua depurata potenzialmente riutilizzabile in uscita dagli impianti e quindi di allargare il bacino di applicazione del progetto ad altri depuratori gestiti dal Gruppo Hera. In particolare, si prevede l’estensione degli accordi nei territori di Ferrara, Ravenna e Cesena. Un ulteriore sviluppo del progetto potrebbe essere legato all’aggiornamento della normativa in materia, con conseguente allineamento delle parti interessate coinvolte (Consorzi di Bonifica, Regione Emilia-Romagna, ecc.).