A seguito della crescente importanza della commercializzazione di prodotti a marchio della Grande Distribuzione Organizzata, le maggiori insegne della distribuzione hanno avvertito la necessità di assumere nuovi obblighi e responsabilità nei confronti dei consumatori.
Di conseguenza le catene distributive hanno cominciato a studiare opportune misure per evitare incidenti in tutto il processo, dalla produzione alla distribuzione dei prodotti alimentari, verificando le performances tecniche presso i siti di produzione dei fornitori avvalendosi di una struttura interna o affidandosi ad enti terzi.
Con lo scopo di creare un riferimento comune per le valutazioni dei fornitori, nasce nel 1998 il BRC Technical Standard for Companies Supplying Retailer Branded Food Products, sviluppato dai principali nomi della distribuzione inglese.
In pochi anni il mercato alimentare europeo assiste ad un’ampia diffusione dello standard, anche oltre i confini britannici, che cambia il suo nome in “BRC Global Standard – Food”.
Lo schema BRC si propone di aiutare i retailer a soddisfare pienamente gli obblighi legali e a proteggere il consumatore assicurando che i fornitori di prodotto a marchio operino nel rispetto di alcuni requisiti fondamentali e di standard qualitativi ben definiti.
Ad oggi rappresenta uno degli strumenti più validi per la valutazione dei fornitori di marca privata, ma anche un riferimento per la “best practice” nell’industria alimentare sul quale molti operatori della filiera alimentare hanno basato i loro programmi di valutazione e qualifica fornitori.
Lo standard BRC ha riconoscibilità internazionale, in quanto approvato da GFSI – Global Food Safety Iniziative.
Solo gli OdC accreditati a fronte della EN 45011 per la certificazione di prodotto possono svolgere verifiche a fronte dello standard BRC.
La certificazione BRC FOOD si applica ad aziende alimentari di trasformazione che operano per la GDO inglese e generalmente è un presupposto necessario per esportare i propri prodotti.
Obiettivi e Vantaggi
L’obiettivo principale della certificazione BRC FOOD è avere a disposizione uno strumento operativo comune per selezionare i fornitori di prodotti alimentari a marchio sulla base di sicurezza, legalità e qualità. Lo standard BRC assicura la presenza di questi requisiti imponendo il controllo sistematico di materie prime, semilavorati, prodotti finiti, ambienti produttivi e risorse che interagiscono nei processi.
Una certificazione in accordo allo standard BRC permette di:
- avere riconoscibilità internazionale in materia di sicurezza alimentare;
- ampliare il ventaglio dei propri clienti, essendo la certificazione BRC FOOD sempre più spesso un prerequisito essenziale per accedere al mercato;
- tutelare l’immagine di chi immette i prodotti sul mercato;
- garantire le aspettative e tutelare la salute del consumatore finale;
- ridurre le verifiche ispettive di parte seconda (minori risorse dedicate alla gestione delle verifiche);
- integrare i requisiti dello standard con eventuali requisiti aggiuntivi specifici;
- sfruttare sinergie ed elementi comuni ai sistemi di gestione per la qualità secondo le ISO 9000 e il metodo HACCP;
- ridurre i tempi e i costi delle verifiche ispettive, grazie a auditor qualificati anche su altri schemi (es. IFS)
Contenuti principali
Lo standard richiede:
- l’adozione di un sistema HACCP secondo I principi del Codex Alimentarius;
- l’adozione di un sistema documentato di gestione della qualità;
- il controllo dell’ambiente produttivo, del prodotto, del processo e del personale.
A partire dal 1° gennaio 2012 entra in vigore la versione 6 del BRC FOOD Standard, che ha introdotto notevoli modifiche alla versione precedente.
L’obiettivo principale della nuova edizione dello standard è stato quello di estendere la portata della norma, fornire opportunità per differenziare le prestazioni di siti e di favorire l’efficacia degli audit mentre per la revisione dei requisiti ci si è concentrati sulla chiarificazione e semplificazione di quelli esistenti piuttosto che fare grossi cambiamenti.
Crescente attenzione alle Good Manufacturing Practice (GMP)
Il mantenimento di buoni standard, ed il costante miglioramento della sicurezza alimentare e di due diligence, richiedono procedure documentate e processi per garantire la coerenza dei metodi di lavoro e fornire informazioni per identificare aree di miglioramento. L’implementazione delle procedure all’interno dello stabilimento, la formazione del personale, le pratiche di lavoro, igiene e condizioni di lavoro in fabbrica hanno comunque un effetto sulla sicurezza e sulla qualità dei prodotti.
La nuova edizione dello standard cerca di riequilibrare il processo di audit, aumentando la quantità di tempo passato dall’auditor all’interno delle aree di lavorazione, attraverso:
- una checklist di audit divisa in due parti;
- un aumento del numero e dei requisiti riguardanti le buone pratiche di fabbricazione in rapporto a quelli riguardanti la documentazione dei sistemi;
- un nuovo audit report che riduce il tempo necessario alla sua compilazione;
- standardizzazione degli audit attraverso materiali per la formazione dell’auditor
- aumento dei requisiti riguardanti il controllo dei corpi estranei, igiene e pulizia e gli allergeni.
Rielaborazione dei requisiti
La riedizione dello standard è stata un’opportunità per rivedere la formulazione dei requisiti, il lay out dello standard e per semplificare e rimuovere ambiguità.
Sono state riviste le dichiarazioni di intenti che precedono ogni serie di requisiti della norma per garantire che questi chiariscano i requisiti successivi ed il risultato desiderato.
Le modifiche alla norma hanno portato ad una riduzione complessiva del numero di requisiti di circa il 25%, eliminando o unendo requisiti in modo che ognuno sia significativo.
Il processo di certificazione è stato potenziato, garantendo che non solo i problemi individuati nella verifica siano corretti, ma che siano individuate le cause principali e sia predisposto un piano d’azione per prevenire il ripetersi dei problemi.
Valorizzare i risultati ottenuti negli audit non annunciati
L’uso degli audit non annunciati da parte dei clienti sta diventando sempre più comune in alcuni mercati, ed è concepito come un valore aggiunto e una valutazione più realistica dell’azienda.
La nuova versione prevede due opzioni per la scelta degli audit non annunciati:
Opzione 1 – l’intero audit non è annunciato (come nella versione precedente)
Opzione 2 – Audit realizzato in due momenti diversi:
- Parte 1 Audit non annunciato – in gran parte basato sul processo produttivo e sulle buone pratiche di fabbricazione, effettuato in anticipo sulla data di scadenza;
- Parte 2 – audit annunciato – in gran parte basato sulla revisione dei sistemi documentali, procedure e registrazioni, effettuato alla normale data di scadenza.
L’enfasi sulle Good Manufacturing Practices, unitamente all’elemento “Audit non annunciato” aumenterà la fiducia dei clienti nell’audit e nel valoredel certificato ottenuto.
BRC promuoverà il sistema degli audit non annunciati per aiutare le aziende a raggiungere il Grado A +.
Puntare sulla sicurezza alimentare
E ‘importante che le norme per la certificazione siano sempre un passo avanti alle aziende per incoraggiarle al miglioramento continuo.
Con il nuovo processo di certificazione sarà possibile registrare gli audit sulla Directory BRC anche dei siti non certificati, per condividere con i clienti i loro progressi sui sistemi di sicurezza alimentare. Il rapporto di audit e la scheda aziendale saranno disponibili sull’area privata della Directory BRC per consentire alle aziende di condividere i risultati con i propri clienti.
Assicurare la trasparenza
Con la nuova edizione dello standard si è colta l’opportunità per garantire che gli scopi definiti sui certificati e sui rapporti di audit riflettano chiaramente le attività incluse nel processo di audit e che eventuali esclusioni siano chiaramente identificate e giustificate.
Procedure di certificazione
- Formulazione dell’offerta da parte di TÜV Italia (su base triennale) per la certificazione BRC FOOD;
- accettazione del cliente ed emissione da parte di TÜV Italia della conferma d’ordine per attivazione iter di certificazione;
- visita di valutazione presso il sito produttivo da parte di TÜV Italia;
- emissione del rapporto nel formato previsto da BRC da parte di TÜV Italia;
- gestione delle carenze emerse (tempi e modalità di attuazione, eventuale verifica di chiusura);
- delibera del Comitato di Approvazione di TÜV Italia;
- emissione certificato con validità in funzione del livello raggiunto (Grade A, B, C);
- verifiche di sorveglianza (ogni 6, 12 mesi secondo il livello raggiunto) per il mantenimento della certificazione BRC FOOD;
- eventuale rinnovo al termine del triennio.
Validità della certificazione
Il certificato rilasciato con la visita iniziale può essere di “GRADE” A, B o C secondo il numero di non conformità maggiori e minori rilevate in sede di visita.
Nel triennio di validità del contratto sono previste verifiche di sorveglianza in funzione del grado raggiunto ogni 6 mesi (grado C) o 12 mesi (grado A e B).