ICMQ è parte attiva nel processo di certificazione delle figure professionali e del Sistema di gestione BIM. Quali vantaggi offrono questo tipo di certificazioni?
Le aziende e i professionisti che decidono di certificare le proprie competenze in ambito Bim acquisiscono certamente valore a confronto con i competitor, sia in termini di professionalità e competenza certificata da una Terza Parte che in termini di visibilità che ne deriva a livello nazionale e internazionale. L’ottenimento di questa certificazione presenta un plus nelle gare d’appalto, dove il più delle volte chi è in possesso di questo titolo acquisisce un punteggio più alto.
Quali categorie di esperti e organizzazioni sono maggiormente interessate dalla certificazione?
Abbiamo registrato un trend derivante maggiormente dagli studi di architettura e di ingegneria che operano sia su scala nazionale che internazionale. Le organizzazioni hanno mostrato un forte interesse soprattutto nelle partecipazioni ai bandi di gara pubblica o nei progetti di internazionalizzazione. Un esempio il caso di Italferr, la società di ingegneria e progettazione del Gruppo Fs Italia, che ha conseguito la certificazione BIM all’inizio del 2018. Italferr ha rilasciato un comunicato Ansa in 87 paesi del mondo in 5 lingue per promuovere a livello internazionale la propria certificazione.
Qual è il ruolo di ICMQ nel processo di sviluppo e certificazione del BIM?
Le prime certificazioni per i professionisti che operano in ambito BIM sono state rilasciate già nel 2016, quando ICMQ muoveva i primi passi verso questo processo di innovazione. Nel 2017, in collaborazione con i principali stakeholder del settore (associazioni di categoria, grandi committenti e gestori di infrastrutture), abbiamo sviluppato uno schema di certificazione del sistema di gestione BIM, applicabile a tutte le organizzazioni che operano in ambito BIM: studi di progettazione, committenze, imprese di costruzione. Il BIM rappresenta un modo completamente diverso di approcciare la vita di un’opera e richiede pertanto non solo competenze professionali, ma anche capacità organizzative e gestionali del processo sopraesposto.
Come evolverà l’applicazione del BIM alla luce dell’introduzione della norma Uni 11337-7?
Questa legge è stata introdotta al fine di riconoscere formalmente le professioni che non sono regolamentate da albi, ordini o collegi. La certificazione accreditata viene riconosciuta come vero e proprio titolo professionale e consentirà di porsi sul mercato con competenze verificate da un ente terzo indipendente, a garanzia anche delle società che ne richiederanno le prestazioni.
Altre certificazioni del personale BIM che non siano rilasciate in conformità alla norma Uni 11337-7, quindi nemmeno sotto l’accreditamento di Accredia, non hanno valore legale per il riconoscimento della professione non regolamentata (ex legge 4/2013).
ICMQ, in anticipo rispetto al mercato, già da tre anni sta certificando il personale specializzato e da dicembre, dopo aver partecipato ai tavoli di lavoro Uni, ha avviato un processo di integrazione grazie al quale i vecchi certificati potranno essere già adeguati al nuovo regime.
La norma Uni 11337-7 propone quattro profili professionali. Quali sono e quali differenze emergono rispetto al passato?
Le figure professionali riconosciute attualmente sono quattro: BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager. Il primo è l’operatore della modellazione informativa, ovvero colui il quale utilizza la documentazione tecnica e i software dedicati per la modellazione degli oggetti e la produzione degli elaborati. E’ l’unico profilo sul quale è necessario scegliere l’ambito disciplinare di competenza tra: architettura, struttura, impianti e infrastruttura. Il BIM Coordinator è invece il regista della commessa, colui che garantisce l’efficienza e l’efficacia dei processi. La funzione rappresenta un ponte tra le figure del BIM Specialist e del BIM Manager. Quest’ultimo è il gestore dei processi digitalizzati al livello dell’organizzazione e ha la supervisione generale delle commesse aziendali. Infine il CDE Manager ovvero l’unico profilo introdotto ex-novo dalla UNI 11337-7. E’ una figura strettamente collegata all’ambiente di condivisione dati garantendo la correttezza e la fluidità del flusso di informazioni tra le parti coinvolte e volgendo particolare attenzione alla protezione dei dati.
Quali sono i requisiti e le modalità di esame per l’ottenimento della certificazione dei profili professionali?
I soggetti che intendono certificare le proprie competenze in ambito BIM devono essere in possesso di un diploma e aver maturato un’esperienza lavorativa, la cui durata varia in base alla tipologia di figura in cui ci si specializza. Per quanto riguarda il BIM specialist sono richiesti 6 mesi di esperienza lavorativa generica e minimo 3 mesi di esperienza specifica nel profilo; per il BIM Coordinator 3 anni di esperienza lavorativa generica e minimo 1 anno di esperienza specifica nel profilo; per la figura del BIM Manager sono necessari 5 anni di esperienza lavorativa generica e almeno 1 anno di esperienza lavorativa nel profilo.
L’attività lavorativa può essere intesa anche come attività di tirocinio o stage. Le esperienze lavorative possono essere indicate nel proprio CV specificando il tipo di attività svolta coerentemente al profilo prescelto, il datore di lavoro/commessa per cui l’attività è stata svolta e la relativa durata. L’esame finale comprende tre prove. La prima prova consiste in un test scritto con 30 domande, segue una prova pratica a scelta tra l’utilizzo di un software (model Authoring/Checking per Specialist/Coordinator) e la redazione di un caso di studio per il Manager.
L’ ultima prova è invece orale ed è prevista per tutte le figure.