In questo articolo proponiamo un’intervista a Vilcert nella persona del suo Amministratore Dottor Pierluigi Villa. Vilcert è l’Organismo di Certificazione che per primo in Italia è stato asseverato da Aachen, la società proprietaria dello schema OLC 2015.
Grazie Dottor Villa della sua disponibilità. Magazine Qualità è una rivista che si occupa di certificazioni e intervistare la Vostra organizzazione, in riferimento al Terzo Settore, reputiamo sia cosa utile per noi e per i nostri lettori.
Una prima domanda: quale è il suo percorso di studi e professionale ?
“Sono laureato in fisica elettronica ed ho operato per decenni nel campo delle telecomunicazioni ed in ambiti correlati dell’information technology. In tali settori l’utilizzo di metodologie e strumenti costantemente evoluti e di processi legati alla certificazione di progettazione e processi erano una necessità imprescindibile. Peraltro ho sempre avuto attenzione per il mondo delle Onlus, cercando di partecipare a varie iniziative, e quando insieme ad altri professionisti con esperienze in materia di schemi ISO-BS-SA ho esaminato lo sviluppo delle organizzazioni no-profit (ben prima della riforma del Terzo Settore) mi sono convinto che il settore prima o poi avrebbe avuto la necessità di “normalizzarsi” ed assomigliare al mondo delle aziende sempre più soggette a competizione e a programmi di miglioramento costante della reputazione e delle sue azioni di rendicontazione. Dunque, ho costituto la nuova realtà societaria Vilcert e l’ho indirizzata da subito specificatamente verso lo standard OLC operante sul segmento del Terzo Settore”.
Perché questa scelta così mirata e con uno schema proprietario ?
“Le società operanti nel segmento delle certificazioni “classiche” sono molto focalizzate nella competizione sempre più sanguinosa sugli stessi schemi. Dato che la scelta strategica è quella che ti permette di decidere e di attrezzarti prima di altri, per un ente neo nato e senza profondità storica o con gangli multinazionali è importante affrontare per primi il problema delle strategie di mercati, come da pionieri. Frequentando alcune onlus avevamo partecipato ad un evento organizzato da alcune organizzazioni tra le più note in Italia sul tema del fundraising e avevamo colto la novità e la distinzione dello Schema OLC al quale pochi dei presenti sembravano dare il dovuto peso (ricordo che la riforma non era ancora stata annunciata). Peraltro, lo schema proprietario OLC è molto simile alle logiche della SA 8000 perché di fatto è stato elaborato da professionisti che operano da 30 anni nel settore delle certificazioni. In particolare, il CEO di Aachen ha seguito nell’ambito di svariate certificazioni centinaia di aziende di ogni settore, dimensione e caratteristiche, ha fatto il docente e valutatore ispettivo per primari organismi di certificazione, ha fatto parte di Comitati di approvazione dei verbali di Visita Ispettiva e addirittura era stato introdotto in alcuni team in UNI legati agli standard nel mondo dei servizi ( es. ISO 22222 ) e selezionato per divenire AD di filiali di multinazionali della certificazione. Ciò può essere sicuramente ritenuto un’ottima forma di garanzia. Dunque, quando Aachen ha iniziato a qualificare organismi di certificazione, società di consulenza ed enti di formazione per la diffusione di OLC abbiamo deciso di investire per acquisire il know how. Di seguito, abbiamo avviato i primi contatti tra fine 2018 ed inizio 2019 sulla base, anche, di accordi informali che Aachen aveva preso con il Ministero del Lavoro a fine 2017dopo che lo stesso Ministero aveva saputo dell’OLC ”.
Secondo Lei perché ancora poche Onlus si sono aperte a questa tipologia di approccio certificativo?
“Teniamo presente che, sebbene OLC sia stato redatto e brevettato ben prima della riforma 106/16 priva di decreti attuativi (di conseguenza, se si leggono i contenuti dei Decreti attuativi della 117/17 è palese il parallelismo con l’impostazione dell’OLC ), la griglia di partenza era stata pattuita per il 2018, ma le elezioni politiche e i vari cambi nella gestione Ministeriale hanno da subito rallentato ogni processo. A ciò si sono aggiunti i due anni di Covid, la crisi energetica (anche a seguito della guerra in Ucraina), quindi dato che le ex Onlus non sono Corporation e la loro capacità finanziaria è sempre più in difficoltà – poiché legata ad un fundraising in costante calo degli ultimi 3 anni e inoltre minato da diversi scandali del settore che hanno urtato la sensibilità alla donazione da parte degli stakeholder – il processo verso la certificazione secondo un processo ben definito si è avviato in forma discontinua e rallentata. Siccome si accresce sempre più la tendenza dei donatori nel donare e a chi donare, di conseguenza, per una Onlus possedere una certificazione – OLC – rappresenta un biglietto da visita che ormai è sempre più riconosciuto dagli stakeholder. Le organizzazioni che si avvicinano al discorso certificazione tipicamente hanno già formato i propri dipendenti e volontari a certi valori oppure si fanno assistere da società di consulenza preposte che irrobustiscono il loro processo di approccio all’OLC. E’ anche importante evitare i soliti “furbi” che cercano scorciatoie per evitare l’iter canonico. In questo caso, comunque il controllo Aachen sul nostro operato è rigoroso al punto tale da sconsigliare qualsiasi strategia impropria.”.
Dottor Luca Alessio, ormai storico responsabile degli Ispettori Vilcert. Il suo percorso e la sua attività in Vilcert ?
“Sono partito dal mondo della finanza e della rendicontazione (CFO) per poi assumere incarichi di direzione generale in aziende del settore sanitario e medicale. Ho conosciuto il CEO di Vilcert durante un importante convegno nazionale sul Terzo Settore ed abbiamo commentato i diversi contenuti dei relatori, tra cui quello fornito da Elisabetta Belloni – Direttore Generale di Aachen – condividendone la visione, la progettualità e il posizionamento fondato su rigidi elementi di terzietà. Di seguito, dunque, abbiamo avviato un progetto di collaborazione. Conoscere OLC è stata un’avventura entusiasmante, emozionalmente paragonabile a quello dei pionieri durante la traversata dall’Est all’Ovest degli USA alla ricerca dell’oro e della terra promessa, ma consci della consapevolezza di quanto questi progetti avrebbero potuto dare all’intero mondo del no-profit. Garantire i donatori per la gestione dei loro contributi, migliorare le strategie aziendali, dare alle nuove generazioni di manager del Terzo Settore strumenti pratici di grande visibilità e ritorno, alzare la competizione affinché le organizzazioni divengano sempre più reattive e trasparenti è un grande obiettivo che va aldilà di una mera iscrizione al RUNTS che molto difficilmente garantirà il soggetto iscritto della gestione adeguata degli introiti incamerati”.
Quante organizzazioni prendono contatto con voi e poi si perdono? E perché?
“Se dovessimo fare una statistica, di 10 Onlus con cui abbiamo contatti direi che in linea di massima questi sono gli scenari più aggiornati:
- 1 avvia il percorso di certificazione nell’arco di 6 mesi (ovviamente se già pronto ed avviato il sistema digestione)
- 2 pianificano nel giro di 12-18 mesi per capire meglio le logiche e le opportunità … o magari nel frattempo cambiano i manager ed i nuovi arrivati sono più innovativi nelle scelte rispetto ai loro precedenti
- 5 non si sbilanciano immediatamente se e quando intraprenderanno l’iter di certificazione perché non ne hanno recepito le potenzialità o perché hanno bisogno di più tempo per capire come sostenere in modo serio il progetto
- delle 2 restanti perdiamo i contatti immediatamente perché reputano il progetto difficilmente implementabile per le loro logiche attuali
Di certo, l’alto numero dei soggetti da ottimistiche previsioni sullo sviluppo. Non saranno certo tutte 370.000 le organizzazioni che si certificheranno, ma qualche migliaio si!
Di certo, dal post-Covid anche grazie ad articoli come questo sta aumentando il numero di manager o fundraiser che ci contattano per avere informazioni. A volte sono i più giovani e più istruiti che provengono da Università Tecniche (e magari conosco le norme ISO 9001 e ISO 14001 o legali cari al tema della Governance ovvero, Dlg 231/01) o i volontari stessi che premono al loro interno per intraprendere nuove possibilità. Una nuova strada sarà sicuramente quella che attraversa le aziende. Dall’inizio di quest’anno, anche con il contributo Aachen, abbiamo iniziato a progettare alcuni corsi formativi – per aziende certificate SA 8000 o ISO 37001 che – in un’ottica di moderno risk management – hanno formulato incontri per sensibilizzare il proprio personale, i loro soci e i clienti sulla necessità di prevenire possibili frodi all’interno delle aziende stesse. In due casi, tali aziende hanno provveduto a finanziare i costi relativi ai percorsi di consulenza e certificazione delle Onlus da loro sostenute storicamente. Un modo ‘intelligente’ e pratico per aumentare la loro vicinanza alle Onlus. Viene in mente il vecchio detto “Date a un uomo un pesce e mangerà un giorno. Insegnategli a pescare e mangerà tutta la vita“. Un prossimo passo sarà anche quello della formazione di Responsabili Assicurazione Qualità e Sicurezza – già pianificato in particolare per due grandi aziende – che potranno dare un contributo diretto per i ruoli di Responsabile di Gestione del Sistema alla Onlus assistita. Un’innovazione importante, dato che siamo in un settore dalle ombre e dalle luci diverse, e ciò che è altrettanto importante è che l’iniziativa è di imprenditori e manager attenti e sensibili che hanno capito quanto questo sarà importante per la loro reputazione”.
Comunicazione a cura della Redazione con il contributo di Aachen